Evviva, niente strumenti, solo mattarello e mani....finalmente qualcosa che posso affrontare anch'io!!! Vedere qualcuno che impasta e impastando racconta, magari raccontando ricorda e forse si commuove è una delle cose più belle che mi sia capitata. Credo ci sia una connessione quasi inscindibile fra le due cose, fra il lavoro, la manipolazione della pasta e le parole. Sembra siano il frutto, il risultato del gesto, sembra che il ricordo emerga dall'impasto.....è una piccola magia, non trovi?!!
Un abbraccio Laura, mi fai pensare e desiderare tante cose, tanti momenti che vorrei riavere.
La conosco e la so' fare,quindi dico:buonaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!Grazie, mi hai fatto ricordare che sono siciliana,e percio' domani si fanno i "cavatieddi"come li chiamiamo al mio paese,Ciao.
buoni li faccio pure io e veo mio nonna me li ha imparati in queste settimane io e le mie amiche ci s iamo dati a fare pasta in casa una volta a settimana bellooooo ciaooo
che belli che sono! deduco dai commenti e dall'aspetto che siano anche molto ma molto buoni! anche io mi ricordo con enorme piacere il pomeriggio di qualche mese fa passato con nonna a fare la pstra fatta in casa. la sapienza dei gesti, la precisione, il metodo: si impara guardando ed ascoltando il fiume di racconti che emergono dai gesti, vero? un abbraccio e buon inizio settimana. Giulia
Anche noi qui li facciamo così...l'unica differenza sta nel modo di cavarli...la nonna usa il pollice noi indice e medio.....sono una bontà!!!! Ciaooooooooo
come vorrei avere la tua manualita'! sono bellissimi da vedere e penso buonissimi da mangiare!un saluto, silvana e buona domenica!
RispondiEliminaEh, le mani delle nonne....che bontà!!!
RispondiEliminaChe belli non li conoscevo,ora sono più "ricca" grazie
RispondiEliminaEvviva, niente strumenti, solo mattarello e mani....finalmente qualcosa che posso affrontare anch'io!!!
RispondiEliminaVedere qualcuno che impasta e impastando racconta, magari raccontando ricorda e forse si commuove è una delle cose più belle che mi sia capitata.
Credo ci sia una connessione quasi inscindibile fra le due cose, fra il lavoro, la manipolazione della pasta e le parole.
Sembra siano il frutto, il risultato del gesto, sembra che il ricordo emerga dall'impasto.....è una piccola magia, non trovi?!!
Un abbraccio Laura, mi fai pensare e desiderare tante cose, tanti momenti che vorrei riavere.
Fabiana
La conosco e la so' fare,quindi dico:buonaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!Grazie,
RispondiEliminami hai fatto ricordare che sono siciliana,e percio' domani si fanno i "cavatieddi"come li chiamiamo al mio paese,Ciao.
buoni li faccio pure io e veo mio nonna me li ha imparati in queste settimane io e le mie amiche ci s iamo dati a fare pasta in casa una volta a settimana bellooooo ciaooo
RispondiEliminaMa buoni! Potrei provare a farli, ma siamo sicuri che mi verrebbero così bene?
RispondiEliminaciao Laura, questa pasta fa venire l'acquolina in bocca. Ti saluto: voglio gustarm tutto il tuo blog!
RispondiEliminaA presto dalla broccola Fiorella
che belli che sono! deduco dai commenti e dall'aspetto che siano anche molto ma molto buoni!
RispondiEliminaanche io mi ricordo con enorme piacere il pomeriggio di qualche mese fa passato con nonna a fare la pstra fatta in casa.
la sapienza dei gesti, la precisione, il metodo: si impara guardando ed ascoltando il fiume di racconti che emergono dai gesti, vero?
un abbraccio e buon inizio settimana.
Giulia
sono simili ai nostri cavatelli!!! devono essere buonissimi, adoro la pasta fatta in casa!
RispondiEliminaAnche noi qui li facciamo così...l'unica differenza sta nel modo di cavarli...la nonna usa il pollice noi indice e medio.....sono una bontà!!!!
RispondiEliminaCiaooooooooo
Le mani sono di mia mamma ma anche io li so fare
RispondiEliminaQuando son buone le paste fatte in casa...
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